Eccomi con la recensione di Superbia La sindrome di Didone. Grazie infinite a Christina Mikaelson per avermi permesso di leggere in anteprima il suo nuovo romanzo!
Ma prima la trama!
Roma 2006.
Caterina e Adriano hanno raggiunto una tregua, entrambi sono venuti a patti con l’attrazione che provano l’uno verso l’altro, ma non hanno ancora rivelato a nessuno la verità sulla loro finta relazione. Intanto, però, il rapporto tra Leonardo e Beatrice inizia a incrinarsi e questo rischierà di intaccare i delicati equilibri che si sono stabiliti. Anche gli altri personaggi, intrecciati in maniera indissolubile ai protagonisti principali, dovranno fronteggiare le loro insicurezze più profonde. Superbia, il secondo volume della trilogia, si addentrerà sempre di più nei pensieri e nei sentimenti dei ragazzi del liceo Giulio Cesare, raccontando i loro sogni e le loro debolezze.
Recensione di Superbia La sindrome di Didone
Sono sicura che almeno una volta è capitato a tutti noi lettori accaniti di aspettare un libro con trepidazione e grandi aspettative.
Non so voi, ma quando mi succede ho sempre un pò paura che la storia non sia all’altezza di quello che la mia mente ha immaginato e ingigantito nell’attesa.
Per fortuna, così non è stato con Superbia. La storia di Caterina -così come quella degli altri ragazzi che abbiamo imparato ad amare in Tracotanza – è andata ben oltre le mie aspettative.
La storia continua lì dove l’avevamo lasciata nel primo volume ed è stata una vera e propria altalena di emozioni dove tutti i miei amati personaggi hanno avuto modo di portare avanti il loro pezzetto di storia.
Perchè mi è piaciuto
Uno dei motivi per cui a mio avviso la storia è addirittura migliorata rispetto al libro precedente è stato lo spazio maggiore che viene dato ad altri personaggi. La scrittura della Mikelson è ricca di dettagli e introspezione (secondo me tutto merito dell’uso della terza persona). Sono i sentimenti e le emozioni che fanno da padrone.
Non saprei dire chi è il mio preferito tra tutti i personaggi, perché mi sono sembrati tutti così autentici con i loro problemi, in parte (ma non solo) tipici degli anni del liceo ma anche così attuali. Dirvi “ecco, questo è il mio preferito” mi sembra quasi un torto per gli altri.
I personaggi
C’è la cara e dolce Bea, sempre pronta ad aiutare gli altri e a regalare sorrisi al prossimo (per non parlare dei fantastici dolci che prepara ❤️).
Fabrizio e Nicola che devono fare i conti con l’emarginazione, i pregiudizi e le paure dell’essere diversi in un mondo che non li merita.
Leonardo e Micaela che nonostante i loro problemi non hanno perso la bontà (forse troppa, ma solo perché le persone che li circondano non la meritano fino in fondo) e ci sono sempre per i loro amici.
E poi, poi… ci sono Caterina e Adriano così uguali, così simili negli animi da non riuscire a stare lontani l’un dall’altra senza però trasformare ogni sguardo in scintille, ogni frase in guerra.
In questo secondo volume tutti loro, chi più chi meno (avrei preferito ci fosse un pò più di spazio per Nicola ma mi rendo conto che la storia è bella intensa già così com’è) subiscono un’evoluzione. Badate bene, non un’involuzione, nessuno dei loro fa dei passi indietro rispetto al volume precedente (e questa era un’altra delle mie paure). Tutti loro fanno dei passi in avanti, subiscono una crescita in meglio verso quello che, sono sicura, sarà un gran finale per la serie.
Se devo descrivere in una parola le emozioni che ho provato nel leggere Superbia, la prima che mi viene in mente è intense. La storia parte col botto, ha tutto ciò che la povera me in astinenza da un anno de La sindrome di Didone poteva sperare. Preparate ad accendere i condizionatori in pieno inverno perché la storia e le scene tra i nostri protagonisti si fanno davvero bollenti. 🔥
Il finale
E d’altronde questo mi ha messo particolarmente in allarme, troppe gioie potevano solo presagire una cosa, un finale che ci lascerà a bocca spalancata e con la voglia di dare qualche cazzotto a qualcuno. Ma d’altronde dalla Mikaelson non potevo aspettarmi altro. Tra le tante scrittici e scrittori che ho letto, è una delle poche con la capacità di descrivere così bene le emozioni dei personaggi che queste sembrano fuoriuscire dalle pagine e investirci in pieno petto.
Adesso scusate, ma non mi sono ancora ripresa dalla corsa alle montagne russe che è stata la lettura di Superbia. Torno nel mio piccolo angolino, in attesa di riprendermi del tutto.
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